Root NationNotiziaGiornale informaticoGoogle ha "fissato" gli algoritmi di riconoscimento delle immagini razziste... disabilitandoli

Google ha "fissato" gli algoritmi di riconoscimento delle immagini razziste... disabilitandoli

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Nel 2015, l'ingegnere del software Jackie Alsin disse al pubblico che gli algoritmi di riconoscimento delle immagini in Google Foto funzionavano in modo errato e classificavano gli afroamericani come "gorilla". Google, a sua volta, si è scusato per i sentimenti feriti degli utenti e ha promesso di correggere l'errore. Ma in pratica si è scoperto che Google non ha fatto nulla per tre anni. L'azienda ha appena disattivato l'algoritmo di riconoscimento dei gorilla per non rischiare la sua reputazione.

Poco dopo, è arrivato un messaggio da Wired. Grazie ai loro sforzi, è stato condotto un test degli algoritmi di Google Photo caricando sul servizio decine di migliaia di foto di vari primati. Tra questi c'erano: babbuini, gibboni, scimmie, gorilla e scimpanzé. Le prime tre categorie di animali sono state identificate correttamente, ma per quanto riguarda gorilla e scimpanzé mancava la loro identificazione. Inoltre, durante il test, è emerso che Google ha ottimizzato l'IA per le query razziste. Ad esempio, durante la ricerca di "uomo di colore" o "donna di colore", venivano visualizzate le foto di persone in abiti bianchi e neri, ordinate per sesso.

Foto di Google

Un rappresentante di Google ha confermato i risultati dei test effettuati da Wired, che riguardavano le categorie di primati, e ha riferito che erano stati bloccati. Secondo il rappresentante, diventa chiaro che la tecnologia di riconoscimento delle immagini è tutt'altro che perfetta. E le categorie bloccate sono ancora disponibili nei servizi Google come l'API Cloud Vision e Google Assistant.

Può sembrare sorprendente che il colosso commerciale Google non abbia trovato una soluzione migliore a questo problema. Ma questo errore serve a ricordare quanto sia difficile insegnare l'IA quando è ancora in fase di sviluppo e non è stata testata da un gruppo di esperti.

Non è chiaro cosa farà Google in futuro per migliorare i suoi algoritmi, poiché ci sono più che sufficienti difetti in essi e richiedono misure immediate per eliminarli.

fonte: theverge.com

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