La NASA ha iniziato i preparativi per esplorare gli oceani sotto i gusci ghiacciati dei "mondi oceanici" del nostro sistema solare. Plutone, la luna di Giove Europa e la luna di Saturno Encelado sono attualmente le più accessibili per l'esplorazione.
Questi oceani sono interessanti per gli scienziati non solo perché contengono molta acqua liquida (l'oceano di Europa contiene probabilmente circa il doppio di acqua rispetto a tutti gli oceani sulla Terra), ma anche perché le interazioni chimiche tra le rocce e l'acqua dell'oceano possono sostenere la vita lì. In effetti, l'ambiente in questi oceani può essere molto simile all'ambiente sulla Terra al momento della nascita della vita.
Ma questa non sarà la prima missione basata su campioni di "mondi oceanici". Nel 2016 la stazione Cassini ha campionato le "acque" del Mar Ligeo su Titano, poi c'era Encelado, una luna di Saturno, dove, con sorpresa degli scienziati, è stato scoperto un oceano sotto la copertura di ghiaccio. Il campionamento su Encelado è stato effettuato attraverso fessure nel ghiaccio.
Il principio della raccolta dei campioni nella nuova missione, per la quale la NASA, tra l'altro, ha già stanziato fondi per un importo di $ 600, sarà completamente diverso. L'idea è di atterrare su Europa o Encelado in un luogo dove il ghiaccio è relativamente sottile e, usando una sonda radioattiva e autoriscaldante, sciogliere un buco di 25 cm di diametro nell'oceano, che si trova a centinaia o forse migliaia di metri sotto la superficie .
Una volta lì, rilascerà fino a quattro dozzine di micronuotatori a forma di cuneo lunghi 12 cm, che andranno ad esplorare il mondo sottomarino. I micronuotatori comunicheranno con la sonda acusticamente (tramite onde sonore) e la sonda, a sua volta, invierà via cavo i dati ricevuti al lander in superficie.
Ogni micronuotatore potrà esplorare una distanza di poche decine di metri dalla sonda, a causa della potenza limitata della sua batteria e della portata della linea dati acustica, ma agendo come uno stormo, sarà in grado di riflettere i cambiamenti (nel tempo o nel luogo) in temperatura e salinità. Potrebbero anche essere in grado di misurare i cambiamenti nella torbidità dell'acqua, che indicherebbero la direzione dello sfiato idrotermale più vicino.
Le limitazioni nella potenza dei micronuotatori potrebbero significare che nessuno di loro sarà in grado di trasportare telecamere (avrebbero bisogno di una propria fonte di luce) o sensori che potrebbero cercare specificamente molecole organiche.
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